E se invece venisse per davvero?
Se la preghiera, la letterina, il desiderio
espresso così, più che altro per gioco
venisse preso sul serio?Se il regno della fiaba e del mistero
si avverasse? Se accanto al fuoco
al mattino si trovassero i doni
la bambola il revolver il treno
il micio l’orsacchiotto il leone
che nessuno di voi ha comperati?Se la vostra bella sicurezza
nella scienza e nella dea ragione
andasse a carte quarantotto?
Con imperdonabile leggerezza
forse troppo ci siamo fidati.E se sul serio venisse?
Silenzio! O Gesù Bambino
per favore cammina piano
nell’attraversare il salotto.Guai se tu svegli i ragazzi
che disastro sarebbe per noi
così colti così intelligenti
brevettati miscredenti
noi che ci crediamo chissà cosa
coi nostri atomi coi nostri razzi.
Fa’ piano, Bambino, se puoi.Buon Natale di Dino Buzzati
Questo è quel periodo dell’anno in cui sbrocco per il caldo e allora inizio a contare i giorni che mi separano dal Natale (e dal freddo).
Secondo me, è stato lo stesso sconforto a colpire nel 1935 le ragazze statunitensi che partecipavano a un campo estivo a Brevard, nella Carolina del Nord, e che furono le prime a inventarsi il Christmas in July, organizzando una festa il 25 luglio con fiocchi di neve e regali da scartare sotto l’albero. Pochi anni più tardi, nel 1940, esce al cinema il film scritto e diretto da Preston Sturges, che consacra con il suo titolo quella che per molti diventa poi una tradizione: festeggiare il Natale anche a luglio.
Negli Stati Uniti, proprio in questi giorni, alcuni canali televisivi (sia benedetto Hallmark!) trasmettono quegli adorabili svuota pensieri che sono i film natalizi romantici, in cui la trama è sempre la stessa: lei che ha una carriera favolosa in una grande città, torna per qualche motivo al paesello e incontra e si innamora dell’ex del liceo / di un padre vedovo e affascinante / di un cittadino modello (poliziotto, vigile del fuoco, agricoltore) amato da tutti e che si occupa del benessere del villaggio / etc.etc.
In Italia non abbiamo questa tradizione, e per me che amo il Natale e il freddo è un vero peccato. Così, già da qualche anno, a luglio, quando c’è quel caldo soffocante, umido, insopportabile, mi piace iniziare a fare il countdown verso il giorno in cui mangio tortellini, cotechino e purè, e mi illudo che il mondo sia un luogo pieno d’amore e altruismo, come nei film che finiscono sempre bene.
E non m’importa se passo per pazza, se alcune persone prendono questa mio desiderio di Natale e lo trasformano in una loro ansia, se chi ama il caldo mortale si sente offeso personalmente, io a luglio penso al freddo e alle lucine natalizie, e lascio che il tempo scorra con poca attenzione al momento presente, per liberarmi dalla morsa di una città infernale in cui zanzare e sudore sono gli unici padroni.
Un po’ di tempo speso bene
Faccio regali tutto l’anno.
Se vedo una cosa che mi piace e che mi fa pensare a qualcuno a cui voglio bene, la compro; a volte mi organizzo per consegnare subito quel piccolo pensiero, altre volte, invece, lo metto da parte per il Natale.
Sì, sono una vittima del consumismo, ma solo se questo implica spendere con coscienza, dedicandomi davvero alla ricerca di un dono per la persona che ho in mente. Basta regali fatti tanto per fare, per non sentirsi in colpa, per avere qualcosa di inutile da dare in cambio a chi ci mette un pacco tra le mani!
Da qualche anno mi piace “regalare tempo”. Tempo di qualità, spesso da spendere insieme, con un’esperienza che ci faccia stare bene e che crei dei bei ricordi da trattenere il più possibile: una cena fuori in un posto speciale, la visita a un museo diverso dal solito, una giornata in qualche luogo mai visitato, un’ora in una escape room per risolvere in gruppo un mistero e sorridere insieme dell’incapacità di vedere gli indizi.
Siamo tutti fin troppo pieni di oggetti e, salvo qualche desiderio che non realizziamo in autonomia solo perché qualcuno ci ha convinte facendo leva sui sensi di colpa, occupare altro spazio con cose che presto metteremo da parte, non è appagante per nessuno. Questo è il momento per prendere un quaderno (o un’app per creare liste, se proprio non vi piace la carta) e scrivere quante più cose sappiamo delle persone a cui vogliamo bene e a cui pensiamo spesso. Già questo è un atto d’amore, che può culminare in un gesto che renderà felice chi lo riceve.
(questo quaderno bellissimo, pieno di citazioni da Canto di Natale di Charles Dickens, è creato da Elinor Marianne)
I prossimi appuntamenti con me
Per Un anno con Miss Marple il 28 luglio ci troviamo sul gruppo Telegram per chiacchierare di Istantanea di un delitto di Agatha Christie.
A settembre, poi, spero di poter dire qualcosa di più su un’iniziativa che sto organizzando con la mia amica Chiara Villa, animatrice letteraria del gruppo di lettura Lasciate stare Oscar Wilde. Ci sono di mezzo Milano e i cozy crime…
Alcune cose che potresti fare fino al prossimo Diciannove
guardare un classico del teatro
giocare con Babbo Natale
ascoltare alcuni racconti classici che fanno subito Natale
Tra trentuno giorni sarà di nuovo Diciannove.
Ti lascio qui con quella che è la mia canzone natalizia del cuore, in questa versione. Anche se non ami il Natale spero che ti coccoli un po’, ne abbiamo sempre più bisogno, no?
Elena